Franco Bulfarini

…la sua ricerca trova felice approdo nel bilanciamento sincrono ed efficace fra costruzione ad alto e basso rilievo e resa pittorica, tanto da rendere l’opera una pittura con forza di scultura o viceversa. Congiunzione di tecniche necessaria all’Artista per trasmettere in un altoforno emozionale, crogiolo di energie ancestrali, sensazioni di un mondo ove ad una sintesi di gusto tribale neo africano, si accompagna il richiamo liberatorio dei pigmenti puri sostenuti dal forte dettato armonico delle forme. Le opere trovano motivazione nel racconto quasi teatrale di vissuti apparentemente improbabili, di figure, umanoidi di un mondo sospeso, quasi metafisico, eppure, così reali nel loro apparirci, tanto simili nelle loro motivazioni, così vicine alla nostra realtà quotidiana. Falsi moralismi si accompagnano a bisogni irrisolti, dove le molteplici costrizione della vita sociale generano afflizione, dove l’agire è per necessità e non per scelta. Ecco dunque nel mondo di Pasquale apparire lo spettro sotteso del vuoto di valori che accompagna implacabilmente la contemporaneità. L’uomo stilizzato, snaturato dalla sottile ironia di una sorte perversa, è reso fumetto, caricatura di se stesso e quindi inevitabilmente afflitto e disperato. Le sue opere sono dunque il distillato, di una coscienza pura, se vogliamo anche “dada”, verso ribelle del bambino che ci appartiene e che esprime bisogni, per nulla banali. L’opera di Pasquale, pur nell’ironia, rivela al fruitore con ausilio di materia e colore, i punti oscuri di una civiltà incompleta, dove falsi valori si abbracciano a vacanti ideali, col rischio costante di soggiacere, quasi inebriati ed inerti, abbandonati al turbinio frenetico del quotidiano lasciarci vivere. Figure semplici le sue, antropomorfe, appartenenti al conio di culture arcaiche, dal sapore africano. Pasquale Sorrentino nella volontà di superamento e fusione tra pittura e scultura, inaugura un nuovo sentire, una ricerca espressiva che egli definisce “sintesi dimensionale”, con la quale travalica gli schemi consueti, diviene scopritore di nuove icone, dal sapore antico, tuttavia portato autentico del nostro tempo. Le sue opere riflettono i dettami della storia presente, e con tracce emozionali e motivazionali, scavano solchi profondi nell’animo di chi attentamente vi si pone. Sono dipinti, sculture che suscitano moti di rivolta del pensiero, inducono alla speranza che una nuova era, non sia lontana, ma solo da scavare, far affiorare dal profondo all’io cosciente. Le forme che Pasquale definisce con gesto alchemico ed arricchisce di elementi simbolici, si contrappongono a spessori geometrici, apparentemente semplici, sono frutto di sintesi immaginifica, di gesti liberi, ma con il portato interiore di chi intende recuperare l’umanità primigenia, nel segno del mito, nella certezza di poter riscattare l’uomo, risvegliandone la coscienza civile, quale antidoto alla sconvolgente ed alienante esistenza postindustriale.